Negli ultimi anni sono state messe a punto tecniche di analisi poco invasive, tra cui quelle tomografiche. Queste tecniche, sviluppate in campo medico, sono state in seguito estese ad altri settori, grazie all’evoluzione degli strumenti di misura e di quelli di calcolo.
I difetti interni dell’albero rilevati da questi strumenti e dalle analisi descritte sono rappresentati dalle carie, cioè degradazione del legno effettuata da funghi, che possono portare, nei casi estremi, alla formazione di cavità nel fusto. Analisi quantitative hanno dimostrato che una cavità interna che interessa oltre il 60% del diametro del tronco determina un consistente aumento della sollecitazione sulla parte residua dello stesso. Questo è stato confermato anche da osservazioni condotte su alberi caduti in cui questi fenomeni sono stati riscontrati, nella pressoché totalità dei casi.
Nonostante siano passati quasi venti anni dalle prime applicazioni, il tema della valutazione della stabilità degli alberi in ambito urbano è sempre di grande attualità e la presenza di bravi specialisti è indispensabile.
Più in generale, per gestire il patrimonio arboreo delle nostre città occorrono tecnici preparati e sufficientemente esperti. Ed è importante che le amministrazioni pubbliche capiscano che gli appalti al ribasso troppo spinto non favoriscono la scelta dei tecnici più preparati. Non è, purtroppo, così inconsueta, nonostante l’attenzione prestata e i controlli effettuati, la caduta di alberi in viali, parchi, giardini, con danni a cose e/o persone, con conseguenti interventi della magistratura.
Un aspetto importante, che tutti quanti noi, come cittadini, dobbiamo capire, è che anche gli alberi hanno un ciclo vitale e che è spesso assurdo intestardirsi a mantenere in vita alberi deperienti. Gli alberi possono, infatti, anche essere sostituiti.
Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore