Prima Parte

C’È UN MONDO SEGRETO NEL SUOLO

Il suolo e il suo mondo nascosto rappresentano per i ricercatori una grande scoperta.  Un numero incredibile di microrganismi vive, infatti, in un grammo di suolo. Anzitutto microrganismi utili allo sviluppo delle piante, come i batteri azoto-fissatori, microrganismi che di per se stessi hanno un ruolo molto neutrale, nel senso che apparentemente non fanno né bene né male, agenti patogeni (quelli di cui ci occupiamo noi fitopatologi) e eventuali microrganismi antagonisti

In proporzione, dal punto di vista numerico, i patogeni sono spesso una sparuta minoranza, ma la loro aggressività e la capacità di procurare danni, li rendono molto pericolosi: pochi ma buoni, insomma. O meglio, pochi e cattivi.

Diversissimi sono i patogeni che colonizzano il suolo: alcuni sono in grado di approfondirsi nel terreno e, disponendo di strutture cosiddette di “resistenza”, che consentono loro di sopravvivere a lungo, rimanendo per lo più indifferenti a lavorazioni, trattamenti, … sono in grado di rimanere per anni, sempre più numerosi, nel suolo.  Con il crescere della loro densità, aumentano i danni causati alle piante.  Queste caratteristiche sono tipiche di funghi quali Fusarium e Verticillium.  Questi due generi di funghi hanno attirato, proprio a causa dei gravi danni che possono provocare su colture di grande interesse economico, l’interesse di molti studiosi. Il genere Fusarium ha differenziato nel tempo centinaia di cosiddette forme speciali, in grado di attaccare ospiti specifici. In altre parole c’è un Fusarium per il pomodoro, uno per il garofano, un altro ancora per il basilico, e così via.  Insomma, si può quasi dire che ogni pianta ha il suo Fusarium o quasi.  Storia diversa per il genere Verticillium che, più di bocca buona (si parla, con termine forbito, di polifagia), attacca tanti ospiti diversi. 

Andando più in superficie, invece, sempre restando tra i patogeni, troviamo altri funghi come Rhizoctonia, Sclerotinia, Sclerotium che sono anch’essi capaci di attaccare tanti ospiti diversi, gli ultimi due in grado di produrre strutture di resistenza (gli sclerozi) che conferiscono loro la capacità di sopravvivere più a lungo, anche in assenza della pianta ospite.

to be continued…

Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore