Prima Parte

LA GRAFIOSI DELL'OLMO

Cominciamo con la storia di una grave malattia dell’olmo, la grafiosi. Il suo nome deriva dal patogeno che ne è la causa, un tempo chiamato Graphium ulmi (più recentemente ribattezzato come Ophiostoma ulmi).  Il patogeno colpisce tutte le specie di olmo, europee e americane.

Nel nostro Paese, l’olmo montano cresce principalmente nelle zone alpine e sull’Appennino centro-settentrionale, mentre l’olmo campestre veniva utilizzato come specie boschiva e ornamentale. L’olmo campestre era diffuso nei parchi e giardini, veniva utilizzato nelle alberate. E in molte zone viticole dell’Italia centro-settentrionale fungeva da sostegno per i filari di vite, tanto che si parlava comunemente di “vite maritata all’olmo”.  Il suo legno, poi, serviva per la costruzione di mobili, pavimenti, …

L’olmo rappresentava quindi, all’inizio del 1900, una specie ben integrata nel paesaggio italiano.  La moria dell’olmo fu segnalata inizialmente in Olanda nel 1922, ma si ritiene che essa fosse già presente da diversi anni in Olanda, Belgio e Francia settentrionale. La malattia raggiunse velocemente la Germania, l’Inghilterra e l’Europa centrale; in Italia la malattia arrivò nel 1929 in provincia di Modena e fu segnalata nel 1930.  Nello stesso anno la malattia raggiunse lo stato dell’Ohio, negli Stati Uniti d’America, e di lì si diffuse rapidamente in tutto il nord America, prima a est e poi ad ovest e in Canada. In inglese la malattie viene definita “dutch elm disease”, cioè la malattia olandese dell’olmo, a ricordarne l’origine.

I primi sintomi della malattia si manifestano all’inizio dell’estate e consistono in ingiallimenti, appassimenti e disseccamenti delle foglie, seguiti dal disseccamento dei rami che spesso, all’apice, si curvano ad uncino; nel giro di 1-2 anni le piante colpite muoiono.  L’agente della malattia, il già citato Ophiostoma ulmi, oltre a diffondersi dalle piante colpite a quelle sane sfruttando la continuità di tessuti che si viene a creare a livello delle radici (si parla di anastomosi radicale), sfrutta alcuni insetti coleotteri scolitidi che si imbrattano delle spore del patogeno e le trasferiscono scavando gallerie nei tessuti legnosi delle piante ancora sane. In altre parole, questi piccoli insetti sono dei formidabili vettori del patogeno.

Negli anni 1920-1940 la grafiosi dell’olmo si diffuse oltre che in Europa e in molte aree dell’America settentrionale, anche in Asia, causando, in aree urbane e rurali, danni notevoli dal punto di vista economico, ambientale e paesaggistico.

to be continued…

Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore