Terza Parte

LA PERONOSPORA DELLA PATATA IN IRLANDA: UN POPOLO IN FUGA

A quei tempi le conoscenze in campo scientifico non erano molto avanzate. Nonostante l’invenzione del microscopio da parte di Anton van Leeuwenhoek fosse avvenuta circa 200 anni prima in Olanda e nonostante le prime descrizioni delle cellule vegetali da parte del botanico inglese Robert Hooke, al momento della comparsa della peronospora della patata, la generazione spontanea veniva ancora considerata responsabile della presenza di “microbi” nei tessuti vegetali alterati.  La causa della malattia era completamente sconosciuta. I contadini irlandesi ne imputarono l’origine al diavolo stesso, che cercavano di esorcizzare spargendo i campi con l’acqua santa, oppure alle locomotive che, viaggiando nelle campagne alla diabolica velocità di 30 Km/ora, liberavano scariche elettriche dannose alla coltura, oppure alla maledizione divina, per punire le loro colpe. 

Quando nel 1845 si osservò la presenza di un micelio bianco sui tessuti di patata colpiti, questo venne considerato il risultato piuttosto che la causa di questa misteriosa malattia.  Certamente fin da subito si sospettò una correlazione tra la pioggia che fu molto abbondante in quell’estate e la comparsa della nuova malattia. Ma ciò non bastava. C’erano state, infatti, annate piovose anche prima, senza che ciò portasse a conseguenze tanto disastrose. La causa, quindi, era un’altra.  Mentre, come vedremo, il popolo irlandese era ridotto alla fame, molti ricercatori, inizialmente per lo più botanici, attratti da questo fenomeno, incominciarono a studiare la nuova malattia.

Oggi il patogeno agente della malattia, un tempo considerato tra i funghi e oggi declassato a quasi-fungo (fungus-like organism, per dirla correttamente), è uno dei più indagati.  Ma torniamo all’Irlanda nel 1845.

La malattia, come si è detto, esplose improvvisa distruggendo le coltivazioni di patata, riducendo alla fame i contadini, che rappresentavano la maggioranza della popolazione. Al tempo stesso gli attacchi di peronospora ridussero la disponibilità di cibo per l’intero paese.  I tuberi utilizzati per le semine per l’anno successivo erano ridotti a ben poca cosa.

Anche la situazione politica era complessa: i britannici, infatti, si rifiutarono di aiutare gli irlandesi.  E complessi meccanismi di mercato entrarono in gioco. Fu solo nel febbraio del 1846 che gli Stati Uniti d’America cominciarono a inviare granturco in Irlanda.

Nel 1846 si sperò per un po’ in un buon raccolto, ma, purtroppo, le condizioni climatiche risultarono nuovamente favorevoli alla malattia, aggravando la situazione. Le popolazioni ridotte alla fame non riuscivano più a pagare gli affitti (spesso regolati in natura).

Numerosi dipinti di pittori fiamminghi descrissero la carestia. 

Ci sono centinaia di testimonianze delle tragiche conseguenze della carestia causata in Irlanda dall’epidemia di peronospora: fame, disordini, razzie, malattie, morti. Anche una celebre ballata popolare irlandese, I campi di Athenry (The fields of Athenry)  composta negli anni 1970 da Pete St John,  ricorda la carestia. 

Le condizioni climatiche sfavorevoli continuarono per tutti gli anni 1800 (si parlò degli anni da fame) con conseguenze disastrose per quelle popolazioni la cui sussistenza dipendeva dal consumo di patate. Nel giro di 15 anni l’Irlanda perse 2,5 milioni di abitanti: un milione morì di fame e stenti, un milione e mezzo emigrò, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada.

to be continued…

Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore