Seconda Parte

LA RUGGINE DEL CAFFÈ A CEYLON

A distanza di pochi anni dall’epidemia di peronospora su patata in Irlanda, la storia si ripeteva, su una coltura diversa, in un altro continente, con un patogeno differente. 

L’effetto della comparsa della ruggine del caffè fu devastante per l’economia di Ceylon.  Anche questa volta la comparsa improvvisa della malattia ridusse la popolazione alla fame.  E non perché il caffè rappresentasse la base dell’alimentazione (come successe invece in Irlanda con la patata) ma perché tutta l’agricoltura del paese si era convertita, per ragioni economiche dettate dai paesi colonizzatori, alla produzione del caffè.

Migliaia di lavoratori indiani ritornarono in patria e gli agricoltori rimasti incominciarono a convertire le loro terre alla produzione del te, mentre le coltivazioni di caffè si spostarono nell’emisfero occidentale, dove oggi Brasile e Colombia sono i principali produttori di caffè.

La conversione dalla produzione di caffè alla produzione di te non fu immediata: gli agricoltori dovettero cercare le varietà più idonee, nuovi mercati e il paese trascorse anni molto difficili. Per fortuna la coltivazione del te ebbe successo, non arrivarono nuovi parassiti capaci di attaccare questa coltura e, nel frattempo, lo sviluppo dei primi fungicidi fornì, comunque agli agricoltori, armi con cui combattere, se e quando necessario, gli eventuali parassiti delle piante. 

Ecco perché oggi noi identifichiamo Sri Lanka (la vecchia Ceylon) con la produzione del te e perché gli inglesi si convertirono al consumo del te. Così come già fatto nel caso della peronospora della patata, è interessante andare a vedere cosa successe al patogeno in seguito.

Dopo le distruzioni causate a Ceylon, la ruggine del caffè non causò problemi per molto tempo nelle nuove zone di coltivazione del caffè. E questo perché si adottarono delle vere e proprie misure di “quarantena”, simili a quelle utilizzate per evitare la diffusione di malattie dell’uomo e degli animali. Tali misure, che in pratica consistono nell’evitare l’introduzione del parassita in una nuova area di coltivazione, attraverso il controllo attento del materiale vegetale, furono efficaci per più di cent’anni.

Nel 1970 la ruggine del caffè raggiunse il Brasile: ma a quel punto la disponibilità di fungicidi permise di contrastare il patogeno, pur causando un forte aumento dei costi di produzione. 

Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore