Alla scoperta della poltiglia bordolese il Millardet arrivò per caso, osservando l’effetto di alcune pratiche messe in atto dagli agricoltori della regione del Mèdoc, terra dei famosi vini di Bordeaux, per difendere le proprie viti o, meglio, la propria uva, dai furti dei passanti. Per fare ciò i viticoltori erano soliti spennellare i filari confinanti con la strada con una soluzione di calce preparata in paioli di rame per scoraggiare i ladri.
Nel 1882 e in quelli successivi gli attacchi di peronospora su vite nella regione di Bordeaux furono assai violenti. Il Millardet, percorrendo strade di campagna costeggiate di vigneti osservò che i filari imbrattati dai viticoltori erano stati protetti dagli attacchi del patogeno, mentre gli altri presentavano violenti attacchi di peronospora. Da queste osservazioni il Millardet mise a punto la poltiglia bordolese, il fungicida a base di rame più noto e impiegato, pur con alcune variazioni atte a ridurne la fitotossicità ancora oggi, che nel nome ricorda la zona delle prime osservazioni.
Millardet condusse alcune prove sperimentali per confermare le sue ipotesi e per definire bene i rapporti tra solfato di rame (il prodotto ad azione fungicida) e calce (capace di neutralizzare l’acidità del solfato di rame) per sviluppare un fungicida ad elevata azione fungicida e ridotta fitotossicità. La poltiglia bordolese, irrorata sulle viti, era in grado di proteggerle dagli attacchi di peronospora. Nel giro di pochi anni l’impiego della poltiglia bordolese divenne una pratica comune in Francia, Italia e in tutte le zone viticole. Era così nata la moderna fitoiatria.
Fungicidi a base di rame sono stati e sono ancora largamente utilizzati, soprattutto in agricoltura biologica, anche se negli ultimi anni, per evitare eccessivi accumuli di rame nel terreno, sono stati definiti dei quantitativi massimi di impiego di tali fungicidi per stagione.
Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore