Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sulla valutazione della possibile contaminazione dei vini da ocratossina A (OTA), micotossina prodotta da funghi appartenenti ai generi Aspergillus e Penicillium, che generalmente si insediano sull’uva nelle fasi finali, in prossimità della raccolta.
Numerosi progetti condotti a livello internazionale hanno evidenziato che in effetti, alcuni vini, soprattutto quelli prodotti nelle zone in cui le temperature estive sono elevate (ad esempio nel Sud-Europa), risultano contaminati da livelli di OTA a volte superiori a quelli considerati pericolosi dalla normativa europea.
L’ocratossina A è una micotossina che, assunta per via diretta o indiretta, costituisce una grave minaccia per la salute umana e animale. Diversi studi effettuati su animali indicano che l’OTA può svolgere, a seconda della dose e della specie animale interessata, un’attività epatotossina, immunosoppressiva, teratogena e cancerogena. L’accumulo della tossina avviene nel sangue, nel fegato e nei reni.
Considerando l’esposizione umana all’OTA e l’abbondanza dei dati tossicologici sugli animali, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità e il Comitato Scientifico per l’Alimentazione umana hanno raccomandato che l’esposizione all’OTA debba essere mantenuta a valori inferiori ai 5 ng/kg di peso corporeo al giorno. Alcuni paesi europei hanno proposto regolamentazioni individuali (barriere tecniche) con concentrazioni massime tollerate differenti da paese a paese.
to be continued…
Tratto da Spore (2014) di Maria Lodovica Gullino. Daniela Piazza Editore